martedì 21 maggio 2013

Un morto scomparso e una storia di mafia


Raffaele Damiani, giallista aliese – pisano, quest’inverno ci ha puntualmente donato un’altra avventura della saga del vice – questore Elio Vittori, dal titolo I love Sicilia: un vero e proprio  prequel, come accade quando diventano troppo familiari i personaggi. Si tratta, infatti, della prima indagine del funzionario di polizia, allora solo commissario in forza presso la squadra mobile di Palermo, alle prese con un’affascinante vedova di mezza età che sostiene di non aver più trovato i poveri resti del marito nel cimitero dei Rotoli. Inizia così una peregrinatio per i luoghi più belli della Sicilia, le Madonie in primis, ma anche Pisa e Lourdes, in un estenuante rincorrersi d’indizi e falsi indizi all’ombra della mafia, con tutto quanto ciò comporta: allusioni, mezze verità, silenzi, omissioni e reticenze.
Accanto, lo sbocciare della storia d’amore con Eleonora, la futura, eterna fidanzata di Vittori, in un contrappunto un po’ manierato. E manierata è invero una parte non indifferente del romanzo, con scene scontate e un buonismo che dà fastidio. Certo, l’impalcatura è ambiziosa, desta curiosità nel lettore, ma si fa fatica a seguirla, sicché si rimpiange l’essenzialità dei gialli precedenti. Non va però disconosciuta una significativa maturazione nella resa psicologica dei personaggi, quasi tutti contraddistinti, questi, da una malinconia che incanta e per così dire soggioga, facendoci passare sopra rispetto a certe cadute di stile, come le pedanti (da vera guida Touring) descrizioni dei siti.
Il fatto è che Damiani ha una sapidità narrativa che la vince sulle debolezze: una genuinità che appassiona e intriga, come se avessimo a che fare con prodotti artigianali vergini da sofisticherie postmoderne. Sono storie che arieggiano i gialli italiani degli anni sessanta e settanta del secolo scorso, specie questa I love Sicilia, seppur essa superi per mole compositiva quei testi ormai lontani.
Il romanzo è anche una preziosa testimonianza di uno che poliziotto è stato per davvero; e, dunque, le sue pagine hanno lo stigma della verità: non, beninteso, la banale verità della cronaca ma la “verità” del clima e delle atmosfere, né troppo ovattati come nelle crime stories d’un tempo, né sanguinosi e truculenti come in troppi thriller d’oggi. Semplicemente, la drammatica evidenza del delitto riscontrabile nella vita d’ogni giorno e spesso più misterioso dei casi d’invenzione. Eppure, questo realismo così convincente non disdegna il fiabesco, secondo un gioco che è alle origini stesse del genere narrativo; sicché leggiamo con piacere autentici intrecci sospesi tra quotidianità e sogno.
Rosario Pollina

RAFFAELE DAMIANI, I love Sicilia, Roma Rai Eri 2012.

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