martedì 1 giugno 2010

LA SCIATAMARRA DI CALTAVUTURO _ UN’INDAGINE DI STUDIOSI SUL RICCO PATRIMONIO DI DANZE POPOLARI SICILIANE

In questi giorni Caltavuturo, centro delle Madonie, è oggetto di un’attenzione particolare. Da Firenze sono giunti dei famosi etnocoreologi, ossia degli studiosi di danza tradizionale per documentare il ricco repertorio di balli locali. Il prof. Giuseppe Gala, ricercatore dell’Università di Sassari e fondatore dell’Associazione Culturale “Taranta” di Firenze, il più importante centro di studi sulle danze folkloriche in Italia, dal 1986 viene in Sicilia a documentare con videocamera e attrezzatura audio tutte le forme di danza ancora rintracciabili nell’isola dalla diretta testimonianza degli anziani. Dell’équipe fanno parte anche Tiziana Miniati e Pino Biondo, ricercatrice fiorentina la prima e siciliano il secondo, specializzato sul folklore ennese.

Le musiche e le danze popolari della Sicilia sono in genere rese famose dai tanti gruppi folkloristici che propongono in tutti i continenti modelli espressivi della vita contadina, pastorale e marinara dell’isola; ma nella maggior parte dei casi si tratta di musiche popolari rivisitate e di danze create da coreografi locali, mentre i repertori arcaici realmente usati nella vita misera del popolo siciliano sono spesso ben altri, hanno altre sonorità, altre gestualità e altri stili più consoni alla vita aspra e di fatica delle generazioni passate, ancora in uso sino agli anni ’50 del secolo scorso. Ma gli anziani ricordano i canti delle campagne, le vecchie serenate e i vecchi balli che si differenziavano da paese a paese, un pò come i dialetti locali.

A Caltavuturo già nel 2008 i ricercatori avevano incontrato in paese l’anziano e bravo suonatore di fiscaliettu Nino Giambrone detto “Ciampa”, e percepirono subito la fertilità del territorio sotto l’aspetto demologico. Poi i sopralluoghi si sono moltiplicati e la raccolta di suonate, ballate e cantate si sono fatte più frequenti. La collaborazione con il gruppo folkloristico “Gazzarra” ha reso l’indagine più fruttuosa perché il suo direttore Gaetano Castellana è riuscito pazientemente a coinvolgere molti anziani, che hanno pian piano ripreso i vecchi balli fino a prenderci davvero gusto a rifarli. Perno della ricostruzione puntuale dei repertori è stato il settantacinquenne ballerino e suonatore Nino Calandrone detto “Sòlamo”. L’entusiasmo degli anziani sta diventando contagioso. Adulti e giovani prima si sono incuriositi e poi hanno cominciato a provare i primi passi. Le specialità coreutiche del paese sono lo scotis e soprattutto la sciatamarra. Il primo è un ballo molto diffuso in vari paesi della Sicilia, pur con le tante varianti locali, mentre la sciatamarra, nome enigmatico su cui i ricercatori faranno un’apposita riflessione etimologica, è un ballo specifico di Caltavuturo. Si tratta di una specie di mazurka ottocentesca figurata, probabilmente usata dapprima nei saloni aristocratici dei signori del paese, e poi adottata da tutti gli abitanti. Il ballo a tante coppie ha uno stile particolare, con delle pause che danno garbo e carattere al ballo.

Da questa ricerca nascerà nei prossimi mesi un saggio di studio antropologico con storia e descrizioni dei balli, partiture musicali e interviste agli anziani, il tutto corredato da un DVD che ripropone le esecuzioni per intero dei balli e dei contesti culturali del paese. Sarà uno dei primi impegni della nuova amministrazione comunale che nelle prossime settimane si insedierà nel palazzo municipale.

Salvatore Sciortino

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