domenica 20 settembre 2009

LETTERA DI INDIGNAZIONE A L'OBBIETTIVO DA PARTE DI MASSIMILIANO CERRA

Riportiamo la lettera integrale inviata da Massimiliano Cerra, vice Presidente del consiglio comunale di Caltavuturo a Ignazio Maiorana, direttore de L'Obiettivo.


Al Direttore de l’Obiettivo

IGNAZIO MAIORANA

Egregio Direttore,

Le scrivo, pregandola di pubblicare per intero nel suo giornale questa mia lettera, in veste ufficiale di Vice Presidente del Consiglio Comunale di Caltavuturo per fare delle valutazioni e delle puntualizzazioni riguardo l’articolo apparso e da lei firmato su l’Obiettivo dell’11 settembre 2009.
Nella lettura attenta dell’articolo in cui lei, Sig.direttore, fa un breve excursus della vicenda che ha colpito l’intera comunità di Caltavuturo e cioè sulla presentazione del ricorso, legittimo, da parte di due cittadini contro l’ineleggibilità del Sindaco On. Domenico Giannopolo, “nulla questio”, a parte le battutine sarcastiche da giornalista che poco si addicono, a mio parere, nella trattazione di una vicenda delicata come la suddetta. Ma è leggendo più avanti l’articolo che al sentimento di curiosità prende posto il sentimento dell’indignazione.

Si legge nel penultimo capoverso: “Il ‘re’ della politica caltavuturese questa volta ha vinto per la superficialità dei suoi elettori ma ha perso per la legge”.
A prescindere che, per usare un linguaggio sportivo, la partita non è chiusa, come ricorda lei nell’articolo più in basso, perché ancora c’è il diritto di ricorrere in secondo grado e poi in Cassazione, mi ritengo formalmente indignato e stizzito quando Lei, direttore, si permette di giudicare e definire gli elettori di Caltavuturo, che hanno votato la lista Unione Democratica e Popolare, “superficiali”.

Ritengo che nessuno si possa permettere il lusso di offendere chi vota, tacciandolo di superficialità nell’attimo del più alto momento d’espressione della democrazia e cioè il voto; come se, quando gli elettori di Caltavuturo segnavano con la croce la scheda elettorale, lo facevano senza pensare.
Se i cittadini sono stati duemila e seicento o settecentocinquanta o di destra o di sinistra, la sua affermazione è stata, a mio avviso, infelice e offensiva, nonché una clamorosa caduta di stile da parte di chi dirige un giornale in cui in prima pagina vengono stampate frasi come: “la nostra guida è la conoscenza; la nostra palestra è la strada; il nostro strumento è la parola”; io aggiungerei “la nostra legge è l’offesa”!

Lei, a mio parere non deve chiedere scusa ai circa duemila e seicento cittadini che hanno votato Domenico Giannopolo, bensì alla comunità intera di Caltavuturo di cui sono onorato di fanne parte e che io voglio difendere dal suo giudizio.

Andiamo all’ultimo capoverso dell’articolo in cui si legge: “… sulla scorta del suffragio ottenuto dai suoi cittadini e in attesa di una sentenza di secondo grado, il sindaco non molla la poltrona, come etica e correttezza istituzionale inviterebbero a fare”; a parte che ha dimenticato di definire “il suffragio” superficiale, inoltre noi non aspettiamo “una” sentenza (come se fossero noccioline), bensì “la” sentenza di secondo grado. Come Lei ben sa, la legge garantisce il diritto di ricorrere in appello qualora non si ritenesse giusta la sentenza emanata dal primo grado, e poi ancora il diritto di ricorrere in Cassazione, ma ha dimenticato, e mi stupisco, perché nello scrivere ha detto di aver letto la sentenza, di dire che, pur il Tribunale di Termini imerese ha dichiarato l’ineleggibilità di elezione dell’On. Domenico Giannopolo, quest’ultimo può effettuare la funzione di Sindaco fino a sentenza definitiva.
Quindi non capisco, o meglio posso intuirlo, come lei affermi e parli di etica e di correttezza nel chiedere implicitamente le dimissioni di Domenico Giannopolo. Proprio perché la correttezza è l’etica morale della nostra politica, il Sindaco Giannopolo rimane in carica per svolgere tranquillamente e serenamente le sue funzioni.

Etica professionale e correttezza umana inviterebbero i giornalisti a non diventare il braccio armato o gli adepti (termine, quest’ultimo, usato in un altro articolo, ma chi ha orecchie da intendere intenda) di una parte politica, ma di essere la più alta e fiera bandiera dell’oggettività! Ops! Pardon, dell’obbiettività.

Massimiliano Cerra

Vice Presidente del Consiglio comunale di Caltavuturo"


La Redazione

Nessun commento:

Posta un commento

Le critiche costruttive sono sempre ben accette. Le offese gratuite NO!