mercoledì 4 marzo 2009

PENSIERI SOLITARI

Se stai visualizzando questo blog, soprattutto se sei un giovane, mettiti un attimino più comodo; se fumi, accenditi una sigaretta, questo brano ti potrebbe interessare. Più che un articolo, penso di sfruttare questo piccolo ma importante spazio di informazione e di confronto, per poter riflettere insieme a voi sulla questione giovanile nel nostro paese. Vedo, a mio modesto parere, un netto e profondo disinteresse da parte dei giovani nei confronti della politica. Giovani che spostano le loro attenzioni su altro, sullo sport, sulla musica, ma che non si interessano affatto del loro futuro. Parlando con la mia generazione si comprende il loro disinteresse e la loro opposizione nei confronti del palazzo della politica. Voglio riportare in seguito un pezzo del discorso fatto da Pietro Calamandrei agli studenti dell’Università di Milano, parlando appunto di politica. “«La politica è una brutta cosa: che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che attraversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questi dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.” E allora penso che sia un dovere morale, nei confronti di noi stessi, ma nei confronti del nostro futuro, scendere in campo in prima persona, lottare e combattere per un futuro migliore e non delegare sempre gli altri su delle cose che ci potrebbero interessare, e noi restare a subire passivamente le loro decisioni. Ritengo che sia ora di dare spazio ai giovani, non solo nelle parole, quando si parla di ricambio generazionale della classe dirigente, ma anche nei fatti. Nell’occasione delle prossime elezioni amministrative auspico che molti dirigenti locali, che hanno alle spalle anni di attività politica, si facciano da parte per dare spazio alle giovani generazioni. Ma non voglio più annoiarvi, anche perché la sigaretta si è spenta, e spero che questa mia presa di posizione possa essere soprattutto da stimolo per le giovani generazioni per fare meglio e risollevarsi da questa situazione, ma soprattutto perché scendano in campo a lottare con la forza dei propri ideali, avendo come obiettivo principale il bene comune, nell’interesse di tutta la comunità, lontano da logiche clientelari e personalistiche, che non hanno niente da spartire con il vero concetto di politica.

Antonino Musca

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