domenica 25 gennaio 2009

IL SAPERE PUBBLICO E' IN PERICOLO

Finalmente le coscienze degli studenti palermitani ed italiani si sono svegliate da un grigio e lungo sonno dogmatico, durato per circa 40 anni. E' appunto dalle lotte del movimento studentesco del sessantotto, che a Palermo e in tutta la provincia non si vedevano manifestazioni e assemblee stracolme di studenti, intenti a discutere, analizzare e a criticare gli effetti che la Legge 133 ha sulle Università e sulle scuole pubbliche italiane. Nel mese di ottobre centinaia di atenei italiani sono stati occupati, altri si sono dichiarati in stato di agitazione, molti studenti liceali hanno espresso il loro malcontento nei confronti della riforma Gelmini, organizzando assemblee pubbliche. Gli studenti hanno criticato la proposta della Gelmini di trasformare le Universita' in fondazioni di diritto privato, con la trasformazione dei consigli d'istituto in consigli d'amministrazione. “I privati non hanno assolutamente interesse, afferma Giuseppe Cannici,studente di scienze Politiche, a portare avanti servizi volti ad accrescere le conoscenze degli studenti ma solamente a trarre benefici economici da tutto ciò”. A tutto questo si aggiungono tagli di 200.000 posti nel mondo della scuola di cui 159.000 circa nella scuola primaria, 72.000 accorpamento delle classi, 87.000 riduzione delle ore di lezione; 13.600 nella scuola media; 14.000 nelle scuole superiori; 44.500 posti tagliati del personale ata. Ed inoltre il decreto prevede la chiusura di 2000 scuole in tutta Italia poiché non raggiungono i parametri del decreto: un minimo di 500 alunni per istituto, che nel caso delle comunità montane e isole scenderebbe a 300 alunni. Alla luce di ciò molte scuole del comprensorio madonita sarebbero a rischio. Aggiunge, Gianpaolo Rizzitello, studente della Facolta' di Scienze Biologiche, tutto ciò è inaccettabile e può essere considerato solamente come un attacco ideologico da parte del governo nei confronti del sapere pubblico e della cultura. E' ora che tutti si mobilitino per fermare questa scellerata riforma che il governo sta mettendo in campo per distruggere uno dei settori fondamentali dell'Italia, quale quello della formazione. Lunedì 20 ottobre circa 15mila studenti palermitani sono scesi in piazza per protestare contro questa riforma. Due cortei hanno attraversato il centro cittadino, uno partito dall'Università e l'altro dal teatro Massimo, al quale hanno aderito molti istituti superiori della provincia. I due cortei si sono uniti ai quattro canti ed hanno proseguito la loro marcia pacifica verso palazzo Steri, luogo in cui il ministro Gelmini doveva tenere una conferenza. Una vittoria gli studenti palermitani l'hanno già ottenuta. La Gelmini non si è presentata all'incontro, e nelle prossime settimane continueranno a fare sentire la propria voce, e manifestare il loro dissenso.

 Antonino Musca

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